Parole in liberta’

Scrivete qua i commenti che non sono pertinenti ai post e comunque tutto quello che vi pare…

  1. 19 dicembre 2021 alle 23:27

    https://twensa.tybrains.com/worksouthnarab breascov beverleigh a30b5ac58e

  2. I nonni
    26 Maggio 2012 alle 20:50

    Oggi e domani sono due giorni importanti per te, Andrea e tutti noi. Andrea festeggia il compleanno a casa con gli amici, tu lo festeggerai domani con i tuoi nuovi amici. Al tuo ritorno troverai la torta. A uguri carissimi e un abbraccio forte dai nonni.

  3. I nonni
    14 Maggio 2012 alle 20:38

    Possiamo chiamarti sul tuo cellulare?

    • 15 Maggio 2012 alle 03:27

      Ti ho risposto per mail…

      ________________________________

  4. I nonni
    14 Maggio 2012 alle 20:35

    Sono moltissimi giorni che non ti vediamo e non riusciamo a collegarci con te. Stai bene? Funziona tutto? Per favore rispondi con questo stesso mezzo. I nonni ti abbracciano e ti salutano.

  5. I nonni
    24 aprile 2012 alle 20:49

    Questo succedersi continuo di caldo, freddo, pioggia, temporali ci ha già stancato e siamo un pò influenzati. L’occhio della nonna cominicia forse a guarire; venerdi 27 c.m. ci sarà la prima visita di controllo. Speriamo bene. Ciao. I nonni

  6. I nonni
    18 aprile 2012 alle 20:43

    Giacomo, non riusciamo a vederti: cerchiamo di collegarci inutilmente. Quando potremo vederci e dove? Rispondi… anche con un messaggio anche sul blog. I nonni.

  7. mariella
    14 aprile 2012 alle 11:38

    Hey, Gek!
    Hi, Jack!
    Tutto ok dalle tue parti?
    Si è rotto il computer che non arrivano più news?
    Se ci sei batti un colpo!!!

  8. mariella
    7 aprile 2012 alle 19:47

    Ciao Gek, tutto bene nel Maine?
    Qua il “Comitato per la Liberazione della Nandina dal Caprifoglio (CLNC)” è rimasto con pochi soci sgarrupati, poco motivati, anche un po’ in là con gli anni, con grave danno per le nandine che hanno anche patito il gelo.
    Tempo di vacche grasse invece per il caprifoglio, gli venisse…
    Per fortuna domani, invogliati da un invito a pranzo, qualcuno arriverà per provvedere alle povere nandine!
    Ma in verità si aspetta ansiosamente il rientro del Socio Sostenitore jr. previsto tra un paio di mesi…
    BUONA PASQUA 🙂

  9. Elisa
    28 marzo 2012 alle 09:45

    Adesso non lasciar passare un mese prima di fare qualche commento o qualche foto sulla tua nuova collocazione, casa, famigliari. Per la verità io sto ancora aspettando le foto di quella precedente, ma ormai è andata…. Stavolta potresti esagerare un po’?

  10. I nonni
    27 marzo 2012 alle 23:53

    Abbiamo visto i tuoi voti del 2° trimestre. Il nonno ha tradotto i lusinghieri giudizi che i professori hanno espresso su di te. Bravo!
    Sei un ragazzo intelligente. Se a questa bella qualità unirai un grande impegno, potrai affrontare qualunque attività. E’ sempre l’impegno che qualifica le persone.
    Ciao. I nonni.

  11. amerigo
    20 marzo 2012 alle 19:51

    Ma che caldo fa? Manco fossi andato in California!

  12. 20 febbraio 2012 alle 11:19

    Ho appena finito di leggere un libro molto bello: La cotogna di Istanbul di Paolo Rumiz.

    Era un po’ che girava per casa, ogni tanto lo prendevo in mano, lo sfogliavo, ed appena vedevo che era scritto in forma di ballata (cioè scritto su metà del foglio in senso verticale, come se fosse una poesia) lo rimettevo giù, perchè io non amo molto la poesia, inoltre un libro deve essere scritto come un libro e non come una poesia!.

    Poi Elisa l’ha letto e le è piaciuto, anche Mariella l’ha letto ed anche a lei è piaciuto, ed allora mi sono deciso, ed è piaciuto anche a me!.

    Tutto questo per dire che non bisognerebbe mai fidarsi delle apparenze e bisognerebbe avere il coraggio di lasciarsi alle spalle preconcetti stupidi.
    Facile a dirsi ed a scriversi………

  13. I nonni
    19 febbraio 2012 alle 01:14

    Ricordi Bisini, il capo sistemato sempre alla stessa piazzola alla Baia di Manaccora? Se n’è alcuni giorni fa, travolto da uno spazzaneve.
    Ricordiamo la sua ironia, il suo fare accomodante, la sua simpatia. Non ti vediamo da un bel pò. Va sempre tutto bene? La neve che è arrivata qui non ha pulito l’aria e non ha abbassato lo smog.
    Adesso speriamo nella pioggia.
    Festeggiate il carnevale? COme?
    Qui è piuttosto sottotono.
    Pensiamo che non ci credano più nemmeno i bambini.

    • 19 febbraio 2012 alle 04:39

      Guardate, sinceramente non so cosa dire, mi dispiace moltissimo…

  14. Cristina
    8 febbraio 2012 alle 15:19

    ecco Giac, questo è il terzo capitolo del best seller che sta scrivendo la Iaia, è di ieri se non sbaglio, io l’ho appena letto. Il Fra sta tornando a casa sua, Sandro è andato alla Malpensa, stanchi, un po’ di diarrea, avranno un viaggio di ritorno che il tuo per andare lì è stato una passeggiata. Hanno non so quanti scali e ore d’attesa nei vari aeroporti perchè hanno voluto andare direttamente in Norvegia senza fermarsi almeno una notte da qualche parte.
    Quanti gradi ci sono li’? Qui siamo sotto zero di brutto, in LIGURIA meno 12 (o meno 21???)
    Roba che viene dalla Russia mi pare, puah! Sarà così per tutta la settimana sembra, poi non si sa. Fatti vivo, ciao

  15. Cristina
    8 febbraio 2012 alle 15:12

    I bambiz
    pubblicata da Quercia Ottantamille il giorno mercoledì 8 febbraio 2012 alle ore 3.07 •
    Mancano 3 quarti d’ora prima che arrivino i bambini. Arrivano alle 15.00, alle 14.00 inizio a dire addio alla pausa. Questa ora di attesa è forse la parte più faticosa della giornata perché è occupata tutta dallo stancantissimo pensiero “cheppalle resta solo ancora una brevissima ora per riposarmi poi devo iniziare”. In realtà però appena apriamo le porte, il pensiero maledetto scompare e lascia il posto al piacere di stare con i bambiz. Set, Codie, Josh, i miei, lo ammetto, preferiti, però anche Isac, Damian, Cristian, Linda, Efrain, Mary, Tania, Romaldo….
    Ora, qual’e’ il punto? Il punto e’ che qui sotto ci sono tre pagine di word dedicate interamente a raccontare dei bambini. Il mio problema: se pubblico infrango il segreto professionale a cui sono tenuta in quanto psicologa? Però più che altro mi interessa la domanda: è una mancanza di rispetto? Creo piu’ danno che cose buone? La gran pettegola che c’e’ in me, che pero’ quanto meno ha imparato a farsi delle domande e a questa risponde “no, non mi sembra di vederci alcun danno”, scalpita e vorrebbe pubblicare. Poi c’e’ la flebile vocina della parte responsabiluccia e ligia alle regole mi dice di non pubblicare. Sai che faccio? Cambio i nomi: ahahah!
    Partiamo da Codie: Codie è un mix tra un cucciolo di grillo e un cucciolo di tigre. Che sia in mezzo ad un prato, in strada o in cucina, è sempre lì che fa i salti mortali con il suo amico Luis (che invece e’ un mix tra un calabrone e una scimmia). Continua a fare la lotta e fa tutte le mosse di Karate. E’ un campione di foolbito [arimortis, Foolbito merita una abbondante aperta parentesi: è il calcetto balilla, qui nella casa ne abbiamo uno. Rappresenta il cuore pulsante delle maggiori gioie e delusioni dei bambini. Scatenatore delle massime passioni, catalizzatore assoluto di menti e cuori di questi bambini che sono rapiti e dipendenti dal foolbito in una maniera che ricorda la passione degli italiani nella fatidica sera della finale dei mondiali con la Francia del luglio 2006], dicevo, Codie è un campione di foolbito, però se perde gli esce fuori quel sorriso stupendo che ti fa dire “guarda un po’, è più bello perdere che vincere”. E’ bello vedere un bambino che non sta fermo un attimo, riuscire a stare attento e curioso alle lezioni, poi di nuovo scalmanarsi nel momento di pausa, e poi ancora è capace di tornare a mettere l’attenzione sull’adulto che gli sta raccontando qualcosa. Anche se cerca di non darlo troppo a vedere, adora le coccole, gli abbracci, il contatto fisico. Si parte con giocare alla lotta e a farsi i dispetti, si finisce con un abbraccio. A volte con gli altri bambini fa il duro, fa lo sguardo minaccioso (che accidenti gli esce davvero bene), come se dicesse “attento, è meglio per te che la pianti”. Chissà dove cavolo li ha imparati tutti questi atteggiamenti da Bruce Lee.. Di Codie viene automatico dire che è molto intelligente, ma con intelligenza uno s’immagina che sia molto bravo a scuola. Non che con i compiti sia una capra, da quel punto di vista è medio, se la cava quanto basta. L’intelligenza che lo caratterizza è piuttosto legata al fatto che questa persona, già così piccola, incarna un modo geniale e piacevolissimo per chi gli sta accanto, di vivere nella libertà-creatività propria e contemporaneamente nel rispetto altrui.
    Josh: lui è un mix tra un cavallo selvatico e un gabbiano. Sarà bambino ancora per poco, un anno e mezzo massimo, poi arriverà l’adolescenza che già si intravede in lontananza. Guarda te che coincidenza, è appena passato in bici davanti alla mia finestra! Ha una bici????? Oibò, da Josh non me l’aspettavo, si perché è parecchio povero. E’ sempre pieno di graffi e croste, non si sa bene come se li faccia. Ieri gli ho chiesto come ha fatto a ridursi l’unghia dell’indice in quel modo, nera e praticamente tutta staccata, lui ha fatto un po’ il misterioso però io so che se l’è fatta pelando il pollo. In casa gli fanno fare un po’ di lavori non adatti ai bambini, perché il papà è morto e la mamma è malata. L’altro giorno c’è stata la prima riunione con le mamme e le ho conosciute tutte. La mamma di Josh è parecchio conciata dall’artrite: anche se tutto sommato giovane, aveva tutte le mani bitorzolute, la gobba e una faccia davvero sofferente, sofferenza di chi prova dolore fisico. Me lo spiegò una volta mio nonno Aldo cosa sono tutte quelle deformazioni alle mani: se non ti curi bene le carie o le tonsilliti arriva l’artrite che ti storpia le ossa. Quando c’è matematica Josh sprizza intelligenza da tutti i pori. Il bello è che lui non lo sa, per lui è un gioco, e anche lui, quando sbaglia, è un piacere vederlo sorridere e sentirlo dire, tra il vergognoso e il divertito: “ooohh señoriiiitaaa”. Io e lui siamo diventati amici facendo un gioco con le mani. Poi con la vigilia di natale, quando ci siamo incontrati per strada e abbiamo passato il pomeriggio insieme e io gli ho raccontato del mio papà e lui del suo: basta, da quel giorno siam proprio amici.
    Set: Lui è un mix tra una lupo, un falco e una pantera. Occhi brillanti e i capelli corvini. E’ tranquillo, forte e intenso. Non è di molte parole, ne di molte grida. Non è agitato, difficilmente lo vedi scalmanarsi e correre. E’ pacato e affilato. Come se non disperdesse le energie e per questo la volta che fa qualcosa la fa potente. Senz’ombra di snobberia ma con la semplicità e umiltà dei bambini, Set riserva la sua confidenza a chi se la merita, a chi ne vale la pena. A foolbito è il campione indiscusso. Silenzioso fa la fila e quando arriva il suo turno, nella profonda e contemporaneamente naturale e semplice concentrazione, questo essere bellissimo vince su tutti. Non sorride spesso così che è doppiamente un piacere osservarlo quando lo fa. Un modo facile per farlo ridere e sorridere è giocare ad essere disponibile ad essere la vittima dei suoi scherzetti per poi far finta di strangolarlo, immobilizzarlo, punirlo con una mortale mossa di judo, o semplicemente fulminarlo con gli occhi. Un altro bel sorriso che gli ho visto è quando passeggiando per la strada dava i cracker che aveva a tutti, ma proprio tutti, i bambini che gliene chiedevano un po’ e in più poi ha dato qualche moneta ad uno storpio che chiedeva l’elemosina.. gli ho detto: “Set, sei proprio generoso, è una bellissima cosa” e zac! che sotto il suo capo chino gli ho intravisto un mega sorriso che non è riuscito a trattenere.
    Isac: oh che carino Isaquito! Lui è un picchio, pinocchio e un leprottino. Quant’è dolce mamma mia! Ogni tanto si presenta con dei cappellini ridicolissimi che mi fanno venire voglia di strapazzarmelo tutto. E’ magrolino Isac. Per certi versi non è molto intelligente e si vede che ammira i bambini che lo sono più di lui. Quando non capisce qualcosa rimane con quel musino ammutolito a bocca spalancata ad ascoltare il suo compagno che invece trova la risposta giusta. Però poi è un mezzo genio in altre cose: memory! Ora, io è vero che non conto per quanto riguarda la memoria, ho dei deficit seri, e va bene, però Isac è davvero impressionante, sbaraglia senza rivali tutte le partite di memory rasentanto lo straordinario! A calcetto è bravo però gli altri bambini non lo apprezzano ne rispettano moltissimo. Vorrebbe far parte al 100% del gruppetto dei più svegli però questo gruppetto non lo accoglie del tutto, Isac è quindi spesso li che traballa tra un momento di perfetta felicità perché Codie gli ha chiesto di sedersi vicino a lui, ed un momento di poverinissima tristezza perché nessuno vuole essere il suo compagno di foolbito. Forse è anche per il suo problemino… Isac, cucciolo, si fa la pipì addosso. Sembrerebbe una cosa dovuta al fatto che quando era piccolino ha avuto un trauma: camminava in riva al fiume col papà ed è caduto nell’ acqua. Il torrente l’ha trascinato ed il suo papà è riuscito a salvarlo solo dopo parecchi metri. Piccolo Isaquito! La sua vocina la senti dire spessissimo “señorita te aiudo??!!”, pieno di affetto e così desideroso di affetto, ti vuole sempre aiutare, ti vuole sempre abbracciare.
    Damian: wa! Siamo arrivati allo squalo bianco incazzato nero. Damian è il mio protetto, quello di cui mi sto prendendo più cura. Dieci anni in un corpicino muscoloso e mastello. Faccia squadrata quasi da pugile, labbra carnose da cui esce un tono di voce rumoroso e volgare. E’ un delinquente, un violento. Lo si può beccare a masturbarsi, lo si può beccare con i vestiti puzzolenti di colla perché forse se n’è annusata un po’ nella calle per farsi venire gli svarioni. Picchia maschi e femmine senza sconti, loro ovviamente, hanno paura di lui. All’inizio gli stavo alla larga, non volevo che mi toccasse. Poi un giorno è capitato che ci trovassimo io e lui in giro da soli. Lì l’ho conosciuto meglio e ho visto la sua parte buona. Ho visto che anche se ha addosso la pelle del delinquente fatto e finito, sotto in realtà è ancora un bambino, per di piu’ un bambino con un bisogno di affetto senza pari. Un giorno, dopo la gita all’allevamento di trote, in cui Damian decise di trasformarsi in un terremoto di grado 1000 della scala Richter, l’equipe di noi lavoratori della casa improvvisò una riunione sulla possibilità di escluderlo. Fortuna volle che il mio cuore fosse ancora intenerito dal giro insieme in cui vidi la sua parte dolce e bisognosa. Ecco quindi che riuscii a vedere in quella eventualità di cacciarlo dalla casa, la mia grande occasione per dar libero sfogo a tutta la sindrome da crocerossina che c’e’ in me;) In poche parole è da un po’ di giorni che io e Damian stiamo un sacco insieme, così che io possa conoscerlo, così da poterlo amare, così da poterlo ammorbidire, così che anche gli altri lo possano amare. Così duro questo bambino è difficile da amare, ma lui è duro proprio perché probabilmente nessuno lo ama. E nessuno lo ama perche’ nessuno lo conosce. E’ urgentissimo interrompere questo circolo vizioso sennò questo bambino è spacciato. Se non sperimenta al piu’ presto che e’ bello amare ed essere amati, e’ facile prevedere che appena gli scoppierà l’adolescenza, iniziera’ a spapparsi il cervello con la colla, farà della violenza il suo unico strumento per affrontare le questioni, finirà per ammazzare o farsi ammazzare. E’ urgentissimo iniziare con massicce e continue dosi d’amore gratuito. Maronnn!!! se mi sentisse la veronica non smetterebbe piu di dirmi “buoniistaaa” 😉
    Mary: la mia amica Mary ha 14 anni. E’ una ragazzona famosa per la sua introversione, con la giga mamma contadinona. Se vogliamo darle un animale, e’ una mucca peruviana, però è anche provocatoria e furbetta quindi è anche un pò un serpente. Siamo diventate amiche da quando può prendermi in giro perche’ ho uno spasimante. “Y Lenni? Tu novio Lenni? Te manda un besoooo!! ” No panic cari amici e parenti! Si, lo spasimante in questione, assurdo, si chiama Lenni. Ha 21 anni, e’ píccolo e non mi piace (pero’ e’ bravo e simpatico). Sta di fatto che in questo modo posso fare la scemina insieme a lei e senza che lei se ne accorga lentamente si apre. L’altro giorno stavamo andando verso il famoso allevamento di trote e abbiamo visto un ubriacone che barcollava tra la strada e il marciapiede. “Mio papà è così. E’ da un mese che non sappiamo dove sia”. Me l’ha detto nel seguente modo: non con una sbalorditiva tranquillità totale come se fosse per lei normale. Non esattamente. Ma quasi. Nel suo tono di voce si annusava una sfumatura nuova, diversa, una emozione insolita. La cosa però è che questa emozione era legata al fatto che stava dicendo qualcosa, non era legata al pazzesco contenuto. Vi era un ombra di appagamento nel dirmi quella cosa perchè aveva trovato la fiducia di dire qualcosa. Non era il cosa mi stava dicendo che le provocava quel filo di alterazione emotiva. Credo che il timbro emotivo sarebbe stato lo stesso se mi avesse raccontato del tipo che le piace.
    Codie, Josh, Set, Isac, Damian, Mary… sono solo 6 di più o meno 30 bambini. Che peccato che crescendo sia così difficile tenere attivo/a vivo/a e vegeto/a il bambino/la bambina che si è stati… ecco che mi sta per partire l’embolo di far le giravolte mentali sulla semplicità e bellezza dei bambini, sulla stranezza del cercare per tutta la vita di tornare ad essere bambini, bla bla bla, po po po… No! No, però una cosa si, voglio concedermi di finire con un frasone, lo si trova appeso insieme ad altri su una parete della casa, a me piace molto e mi fece proprio piacere leggerlo la prima volta che misi piede qui dentro: “Ser como niños es conquistar el reino del espiritu” J.

  16. Elisa
    2 febbraio 2012 alle 10:34

    Buon groundhog day!
    (sono pazzi questi americani)

  17. Luigi
    1 febbraio 2012 alle 15:58

    Nevica.
    Per te non sarà una novità ma qui, almeno quest’anno, sì (e fa anche freddo).
    Sono inusualmente a casa, e mi piace molto guardare la neve che cade; non so perchè mi piace così tanto la neve, anche qund’ero piccolo ricordo che mi alzavo dal letto, di notte, per vedere se nevicava…….
    Dicevo che sono inusualmente a casa perchè stamattina stavo andando al lavoro con Elisa in macchina (ieri Elisa ha portato a casa la macchina del lavoro, doveva andare a misurare del latte) e, come sempre quando nevica, eravamo in coda (ferma) verso Milano già a Giussago; l’idea di rimanere in coda chissà quanto tempo dentro alla scatoletta mi stava angosciando sempre più fino a che, improvvisamente, ho deciso di scendere e di tornare a casa a piedi.
    E’ stata un’ottima scelta, camminare sull’alzaia in mezzo alla neve, vedere cose che di solito, transitando in macchina o in moto, non si notano; tanti animali, soprattutto uccelli, e vicino alla Certosa vedere i conigli saltare in mezzo alla neve è stato bellissimo.
    Ora vado a spalare un po’ di neve.

    • 3 febbraio 2012 alle 01:08

      Be’ cosa ti devo dire…hai fatto bene…

  18. Cristina
    31 gennaio 2012 alle 02:04

    spero che tu non scriva perchè sei impegnato a divertirti e te lo auguro, non ho notizie neanche da Fra e Iaia, devo sentire la Mariella per le news. Quando ne avro’ le saprai, bacio

  19. I nonni
    31 gennaio 2012 alle 00:53

    Per giorni la televisione e i giornali hanno dato notizie catastrofiche sul freddo polare che avrebbe trasformato la nostra regione in un villaggio nordico da esquimesi. Abbiamo aspettato pioggia e neve, ma non s’è visto nulla. La neve è arrivata un po’ ovunque, ma non ha toccato la nostra zona. Nel giardino sono fioriti i bucaneve, sono un po’ mogi, non spuntano dalla neve, ma da una terra arida che ha bisogno di acqua.
    Non ti abbiamo visto nè sentito da molto tempo. Continueremo a cercarti. I nonni ti salutano e ti abbracciano.

    • 31 gennaio 2012 alle 17:45

      Be’ qualcosa giornali e tg dovranno pur dire….
      Cerco di farmi trovare al piu’ presto…

  20. Cristina
    25 gennaio 2012 alle 15:26

    ciao Giac, ti giro un messaggio che mi ha scritto Fra così hai anche tu le news, bacio

    ciao chicchi!

    qui molto bene. tutto bellissimo, oltre al fatto che e’ estate piena (che a me mancava da un po’). non mi dilungo in descrizioni ne’ niente che qui internet e’ una zavorra. senti la mamma al massimo, lei mi chiama con skype sul mio numero africano, di tanto in tanto. oggi abbiamo fatto il primo safari, camminato, in mezzo a una specie di infinita savana verde con baobab, liane, alberi incredibili e tutti gli animali trannei felini (che vedremo nei prox giorni, in nn nuovo safari che ne durera’ quattro, ma con jeep. coi felini non si scherza. nemmeno con gli hyppos, come dicevi tu. sono i piu’ cattivi e pericolosi di tutti, ma in questa stagione stanno quasi sempre in acqua e in ogni caso la nostra esperta guida aveva il fucile. comunque non li abbiamo visti quelli, nemmeno vicino al fiume (zambesi river). tante giraffe, bufali, antilopi, zebre insetti di tutti i tipi e dimensioni, uccelli giganti e colorati, scimmie etc. bellissimo. basta devo andare, raccontero’ poi, anche con le foto.
    ps. e’ stato molto carino quello che mi hai detto l’altro giorno a proposito di Stine

  21. Cristina
    24 gennaio 2012 alle 02:31

    Giacomo perchè tutto tace? E’ 1 bel po’ che non leggo niente, che aria tira nel Maine? Fa sempre freddo gelato? aspetto news, the more, the better

  22. Cristina
    17 gennaio 2012 alle 23:47

    Non scrivo più perché dopo quasi un mese e mezzo le bollicine si sgasano..

    pubblicata da Quercia Ottantamille il giorno lunedì 16 gennaio 2012 alle ore 3.32
    .

    Le meraviglie del creato che riuscivo a scovare in ogni piccola cosa, si iniziano a nascondere. Le mie percezioni si normalizzano, si spoeticizzano. Il potere illuminante della novità si affievolisce, fino a scomparire, perché di novità non si tratta più. Ecco allora che gli stimoli che arrivano dall’esterno, non agendo più su di me quel fascino romantico dei primi tempi, vengono via via sempre più trascurati, facendo riconquistare terreno ai cari vecchi tormentoni interni. I grandi classiconi interni di me stessa si risvegliano dopo una bella dormita di 40 giorni.

    Forse è proprio il letargo in cui si ritirano le grandi abitudini mentali, l’elemento del viaggio che rende il viaggiare un atto così liberatorio e rivitalizzante. Però 6 mesi in un posto non è un viaggio, è una esperienza, è un pezzo di vita vera propria, in tutta la sua normalità. Tant’è vero appunto che la stagione del letargo si sta concludendo. “Ben tornati miei cari, in forma come sempre! Le vacanze sono finite, ricominciamo da dove eravamo rimasti!”. Il bello di tutto questo è che ho dei gran buoni maestri e dei compagni di classe con cui è una gioia procedere insieme.

    E questo cos’è? Sorry, mi rendo conto di essere criptica (anche questa parola, criptica, ma lasciamola a casa!) e mi rendo anche conto che la tentazione di partire in sbrodolate filosofeggianti alla Galbiati è forte. E’ proprio questo il motivo per cui non mi va di scrivere, perché anziché parlarvi della gita di sabato con i bambini, delle piroette di Cafu e Louis, di quanto sia stato stupendo e commovente quando Julien, una volpe di bambino, mi ha voluto chiedere tutto sul mio papà per poi dirmi che il suo di papà è morto quando lui era piccolo cadendo da una montagna, di tutto il casino che sta succedendo con Walter e la sua famigliola di mostrotti (non me ne vogliano però gobbo di Notre Dame peruviano and family), del paesaggio che si incontra andando su per il poverissimo quartiere “los ulivos”, di quel Gianfranc che già a 10 anni fa un pò paura, del cane che ha morso Sebastian, delle persone che bazzico, della musica tutta diversa delle serate Huarazine, di Vladimiro, milanese cinquantenne, cantastorie eccezionale al pari della nonna N., dell’allagamento al pian terreno perché l’altitudine qui a volte fa partire i tubi dell’acqua … Anziché raccontare di tutta questa realtà mi viene voglia di parlare del senso delle robe. Ma mi trattengo, perché non mi va di fare di questi aggiornamenti un confessionale, questi aggiornamenti sono per condividere il Perù. Per adesso va così. Per il resto tutto bene. Baci.

  23. Luigi
    16 gennaio 2012 alle 16:01

    Venerdì scorso siamo andati al teatro Fraschini di Pavia a vedere l’ultimo spettacolo di Marco Paolini, ITIS Galileo.
    Il titolo, scrive Paolini, “serve ad avvertire gli spettatori che c’è da far fatica per arrivare a fine serata, ma l’attore non è e non vuole essere un professore”; in effetti, rispetto agli altri suoi spettacoli, questo “scorre” un po’ meno.
    A me è piaciuto molto, poi lui è sempre bravissimo; mi chiedo come faccia a parlare, DA SOLO, per più di due ore (io quando parlo più un minuto di file mi sembra di aver fatto un discorsone…..).
    E’ stato proprio interessante, dovrebbero farlo vedere a voi studenti: freschi di storia e filosofia, potreste dare un senso un po’ diverso ad argomenti spesso poco interessanti (o forse, raccontati in modo poco interessante…….). Se ti capiterà, ti consiglio di vederlo.
    L’unico neo della serata è stato il dover seguire tutto lo spettacolo IN PIEDI; quando abbiamo preso i biglietti (via internet) l’unica possibilità, senza spendere un fortuna, era la galleria. Però non era specificato che erano posti in piedi!!! l’abbiamo scoperto solo una volta arrivati la.

  24. cri53
    16 gennaio 2012 alle 00:09

    uf, fatto! non ho ben capito cosa è cambiato, a parte il fatto che ho dovuto registrarmi, a me nessuno ha chiesto di mettere una foto comunque!

    • 16 gennaio 2012 alle 00:15

      L’avatar e’ opzionale..poi faccio un post con delle spiegazioni…

      Inviato da iPhone

      • cri53
        16 gennaio 2012 alle 00:33

        si ma mi spieghi perchè hai dovuto complicare le cose? Prima era superveloce, adesso tutte le volte che si vuole scrivere bisogna mettere usern e password, why in nome del cielo???

  25. ellegie1962
    15 gennaio 2012 alle 16:24

    Il vantaggio di doversi loggare (che brutto termine….) è che ho potuto mettere una fotina che mi identifica……ma è un po’ scomodo dover inserire (e ricordarsi) login e password.

  26. I nonni
    14 gennaio 2012 alle 00:45

    Le difficoltà di collegamento sono state superate ; erano dovute a problemi temporanei di connessione. Beato te che puoi gustare la neve. Ne avremmo tanto bisogno anche noi: coì questo paese acquisterebbe un aspetto più decente. La fotografia di Fra è semplicemente meravigliosa. Ora, sono le 23.45, tentiamo di ” vederti”.
    Ti salutiamo. I nonni.

  27. I nonni
    7 gennaio 2012 alle 00:41

    Abbiamo avuto delle difficoltà a comunicare sul tuo blog. Conosci il motivo? In questo momento stiamo riprovando con Skipe; ma vediamo che sei in linea, evidentemente sei in collegamento con qualcuno. Come va? Che novità ci sono? Hai ripreso ad andare a scuola? Da noi è tutto sempre come al solito. Le Feste sono ormai finite e la vita riprende con il solito tran tran. Tisalutiamo. Arrivederci presto. I nonni.

  28. Cristina
    31 dicembre 2011 alle 01:29

    per adesso non ci sono novità da Ilaria, tranquillo che quello che scrive passerà anche da te, scrive benissimo, secondo me ha proprio il talento della scrittura, tanto e mette tante foto!!!!

  29. amerigo
    30 dicembre 2011 alle 10:49

    Giacomo :
    Non sono un fanatico ma ti immagini quante persone passerebbero il loro tempo solo so facebook?
    P.s. Chi e’ amerigo?

    Non ti ricordi chi è amerigo? era il tuo peluche preferito, una specie di coniglio.

  30. babba natale
    29 dicembre 2011 alle 15:21

    Hello, dalle tue parti ci sono le clementine senza semi? Che frutta mangi?

    • 29 dicembre 2011 alle 16:18

      Non ci sono le clementine e l’unica frutta che si mangia sono mele e qualche volta banane. P.s. E’ l’ultima volta che ti rispondo se continui a mettere nomi babbei…

      • babba natale
        29 dicembre 2011 alle 17:32

        Uffa, volevo solo movimentare un po’ l’ambiente!

      • 29 dicembre 2011 alle 18:19

        Va bene movimentare l’ambiente ma nei messaggi, non nei nomi…..

  31. I nonni
    27 dicembre 2011 alle 20:33

    Bravo Giacomo, congratulazioni per i voti della prima pagella. Il giorno di Natale eravamo tutti emozionati davanti allo schermo sul quale apparivate in successione tu e Francesco. Ilaria l’abbiamo soltanro vista, non siamo riusciti ad ascoltare i suoi saluti. Però io e il nonno siamo stati i primi a ripartire; forse il collegamento completo è arrivato dopo. Per me il Natale è una festa importante perchè si riunisce la famiglia, e noi ci siamo riuniti tutti, anche se in un modo diverso.
    Ciao, arrivederci e a risentirci presto.

  32. elisa
    27 dicembre 2011 alle 10:36

    Ciao Giacomo, siccome non frequenti facebook, ti aggiorno: l’Ilaria ha messo una sessantina di fotografie dei suoi dintorni. Alcune sono belle, altre meno, però ci permettono di condividere alcuni momenti della sua vita a Huaraz, di immaginare dove sta, cosa fa, con chi è. Mi dispiace ma penso che qua non si possano riportare, me lo confermi? Eventualmente potresti fare come me e registrarti solo per vedere la sua pagina.
    Tra i molteplici difetti di facebook, c’è anche che in ufficio è sottoposto a censura, quindi non si possono sfruttare i tempi morti…
    Infine non per insistere, ma è un po’ quello che ti chiediamo ormai da quando sei lì, di mettere più fotografie che ci raccontino la tua vita lì….

    • 27 dicembre 2011 alle 18:52

      Ti ho già detto che non me lo faccio facebook c’e’ la Cristina che mi aggiorna anche senza foto…(non si possono mettere se non si e’ iscritti a wordpress se avete voglia di iscrivervi potete farlo e mettere anche le foto…comunque non mi sembra tanto un difetto che non si possa usare in ufficio, altrimenti chi lavora più??!(poi non e’ facebook che ti blocca l’accesso, e’ la rete dell’ufficio….)

      Inviato da iPhone

      • amerigo
        28 dicembre 2011 alle 10:04

        non sapevo che fossi un fanatico della produttività!

      • 28 dicembre 2011 alle 19:56

        Non sono un fanatico ma ti immagini quante persone passerebbero il loro tempo solo so facebook?
        P.s. Chi e’ amerigo?

  33. mariella
    24 dicembre 2011 alle 18:41

    Ciao Giacomo!
    Anch’io sono in vacanza, wow! Per me però la pagella non è arrivata, è arrivata solo la stangata (c’è anche la rima….), leggi “niente pensione per altri 3 anni”.
    Anche 10 anni fa me ne mancavano 3… no comment, fai un po’ te, …bip e ancora …bip, leggi “quello che vuoi”
    BUON NATALE!
    Ci sentiamo domani anche con Francesco e Ilaria con la conferenza, speriamo sia possibile.
    Bacione!

    • 24 dicembre 2011 alle 21:21

      Vabbe’ dai non prendertela…ci sentiamo domani…

  34. I nonni
    21 dicembre 2011 alle 18:34

    Ieri ho tirato fuori dagli scatoloni alcune statuette del presepe e un filo di luci per creare in casa un po’ di atmosfera natalizia. Mi è subito affiorato alla mente un dolcissimo ricordo di molti anni fa: tu ed Andrea eravate piccoli, vi ho fatti sedere sulle due seggioline che ancora conservo e ho cominciato a raccontarvi la nascita di Gesù. Sono partita dal viaggio di Maria e Giuseppe per il censimento dell’imperatore e sono arrivata fino ai Re Magi.Tu e Andrea andavate , a turno, a posizionare le statuette sul paesaggio di Betlemme ricostruito con carta, alberi e casette. Conservo questo momento nel cuore.
    Ciao, spero di vederti e spero che ci siano con te i tuoi attuali genitori.
    A me e al nonno piacerebbe scambiare con te e con loro gli auguri per un sereno Natale e felice Anno Nuovo.
    I nonni.

  35. 19 dicembre 2011 alle 20:18

    Luigi: Attenzione!, i prezzi dell’IPhone che hai indicato sono validi solo se, insieme all’acquisto, si stipula un contratto con un gestore americano di telefonia, inoltre l’IPhone è utilizzabile solo con quel gestore e solo negli Stati Uniti. Se si porta in Italia, quell’IPhone diventa un soprammobile!

    E’ vero confermo…pero’ la Apple ha pensato anche di fare una versione “sbloccata” per chi volesse usarlo con una compagnia diversa da una prestabilita (che comunque qua tutte le compagnie telefoniche propongono l’IPhone, piu’ o meno allo stesso prezzo, non come in Italia che una sola compagnia ha il monopolio…) solo che costa piu’ o meno 500$, una cifra esagerata….

  36. 19 dicembre 2011 alle 20:13

    Direi che cosi’ va molto meglio ed e’ piu’ ordinato…se avete ancora qualche dubbio su come usare questa sezione chiedete pure…

  37. Cristina
    18 dicembre 2011 alle 17:05

    Giacomo :
    Cosi’ va meglio secondo te? Continua pure a pubblicare i suoi commenti qua che a me(e a tutti quelli che non hanno Facebook), fa piacere…
    P.S. ho messo il tuo nome come autore del commento, mi sembrava giusto, se non ti va dimmelo che lo cancello…

    perfect, I’ll do that!

  38. Cristina
    18 dicembre 2011 alle 16:59

    Non è un commento, è il secondo capitolo del best seller della Iaia, ciao Giac

    oggi è stata una bellissima giornata.

    pubblicata da Quercia Ottantamille il giorno domenica 18 dicembre 2011 alle ore 3.07
    .

    Vogliano scusarmi coloro i quali, leggendo questo, vedranno nascere dell’invidia dentro di loro, però oh, se son contenta son contenta. Due,invito i duri di cuore ad abbandonare tale lettura perchè essendo oggi contenta, sarò un pò sdolcinata. Ultima avvertenza, sarò lunghissima. ciao!

    Il punto è che dopo 2 settimane di sudato adattamento a Huaraz, iniziano a spuntare come funghi occasioni per essere felice. Sì perché i primi giorni è come se non avessi avuto tempo per essere felice. Non v’era spazio per una vera e propria soddisfazione e serenità e contentezza. Non che fossi infelice però tutta la mia energia veniva a gran voce reclamata dalla impellente questione dell’adattamento. Ora che il simpatico amico tempo ha immancabilmente fatto il suo dovere, rendendo “i primi giorni un po’ difficili”, passato, ora ho spazio per vedere e godere delle cose belle. Quindi, chissenefrega della questione adattamento e passiamo subito alle cose interessanti.

    In ordine random.

    il mango: Vorrei spendermi in “dio mio!, come faccio a spiegarmi??? è un sogno! bla bla bla” Per farla breve: io vi giuro, ve lo giuro, che è emozionante. E’ la cosa più squisita e meravigliosa, con una tale magia di gusto e consistenza e quantità in un solo frutto, ma si, e anche colore, che io abbia mai assaggiato, gustato, mangiato, in vita mia. Solo a scriverne mi viene l’acquolina in bocca. Poco male, giù in cucina ho la scorta di 7 (economicissimi) manghi tutti per me, WAH!

    I bambini: non è stato automatico, ci sono voluti una cosa tipo 6 pomeriggi. Ora stare con i bambini e le bambine è una goduria. Perché ora è molto semplice con loro, anche se non con tutti, far circolare l’affetto. Avere affetto per una persona, e sentirlo, accorgersene mentre ci passi del tempo insieme, mi fa stare bene. E con i bambini, senza stare ad indagare i perché ed i per come, l’affetto è subito accessibile. E’ come quando, sporadicamente, una tantum, capita che ad una cena in famiglia o ad una serata tra amici ti estranei un po’ dalla situazione, la guardi dall’alto e ti accorgi di quanto bene vuoi a quelle persone. Quella sensazione è cosi calda e morbida, è una sensazione che quando c’è, tutto va molto bene. Che bellezza avere quella sensazione molto spesso. Poi oh, magari tra 2 giorni tutto cambia e non riuscirò più a sopportarli, ma non importa, mica voglio scoprire un teorema immutabile di ciò che intercorre tra me e questi bimbi. Oggi la mia vie è en rose.

    Gli adolescenti: il nocciolo centrale della bellezza di averci a che fare non si discosta poi molto da quello dei bambini. Solo che con gli adolescenti è quasi più divertente. Perché, benché inizino a nascondere la loro sponaneità dietro ad atteggiamenti da bulletti (che mi fanno ufficialmente piegare dal ridere), la loro parte autentica, buona e affettuosa è ancora lì che si vede benissimo. E’ una goduria vederli un attimo prima indaffarati a fare i fighi e un attimo dopo lì che tranquillamente accantonano quell’atteggiamento per tornare alla genuinità. Oggi dalle 6 di mattina alle 5 del pomeriggio, 15 di loro e 5 educatori, di cui una la sottoscritta, sono stati tutti insieme a fare una gita stupenda ad Atun Machai, bosco roccioso. Questo è il primo motivo della bellissima giornata, si tratta del prossimo punto..

    I paesaggi: è stato bellissimo, ad un certo punto ho proprio sentito la felicità e la goduria: ero su questo furgoncino bordeaux che correva sulle ampie curve di una strada a 4000 metri di altezza, tagliando un paesaggio peruviano mozzafiato. Cielo azzurro raggiunto senza sforzo dalle vette della Cordillera Blanca: le mie adorate ed agognate Ande! Oh che belle! Finalmente! Potenti ed innevate, erano lì, davanti ai miei occhi, tutte per me. Iniziavano ad innalzarsi partendo da questa vallata, altopiano, distesa di bassa vegetazione verdina macchiata dal nero di tori magri che pascolavano tranquilli. “Tori peruviani” ho pensato. Intorno a me tutti questi casinari ragazzi peruviani (tutti maschi, la non presenza di ragazze è un po’ un mistero, si vocifera la prostituzione, non sono riuscita ad approfondire), 4 persone con cui condividevo parecchie motivazioni del perché essere li, sottofondo di musichetta peruviana … io ad un certo punto mi sono accorta di tutto questo … è stato come mangiare il mango, è stato godimento allo stato puro. Ero felice.

    La povertà: Huaraz è caotica, sporca, colorata, povera, fangosa, malandata. Tutti i giorni sole accecante fino alle 3 poi pioggia (tranne oggi che c’è stato il sole tutto il giorno happiness). Temperatura media: 15 gradi. Branchi di (simpatici) cani randagi pattugliano le strade dissestate della città. Ce n’è uno soprattutto, di branco, che è un affezionato della piazzetta di “casa mia”. Dalla finestra ogni tanto lo spio e mi fanno morire dal ridere queste bestie scanzonate, tutte scodinzolanti che se la girano felici scroccando un avanzo di carne e una montatina qua là. Rappresentano abbastanza la loro città: la gente di qui sembra vivere un po’ a casaccio, senza ordine e senza grandi regole.

    Sembra. Si perché credo che sia solo apparenza. L’impatto con la povertà del Perù inizialmente mi aveva incantata. Perché è una povertà diversa da quella che si può conoscere in Italia: non è la povertà di una persona o di una famiglia o di un quartiere. E’ la povertà di un popolo, di una società, di un paese in cui esistono distese di case di fango o plastica o alluminio o che ne so, che coprono intere colline sabbiose, spoglie e semi desertiche. Non sembrano case, sembrano tane di strani, grandi, animali. All’inizio lo sporco e l’approssimazione mi avevano molto colpita. Ora però è già cambiata quella prima sensazione. Ora non mi stupisce più sentire la puzza di un ragazzino, o vedere i suoi abiti bucati e sporchi, o guardare un bulletto quattordicenne così rispettoso del cibo che mangia. Mi sembra molto normale. Forse mi sto già iniziando a dimenticare delle stupide idiote leggi occidentali di re consumismo. Qui quelle regole non esistono.

    Per fare un esempio racconto la storia della mia macchina fotografica (poi chiudo), nonchè secondo motivo della giornata bellissima. Qualche giorno fa ho fatto cadere e rotto la mia macchina fotografica (quanto mi ha mandato l’umore di traverso)… senza speranza sono uscita a cercare qualcuno o qualcosa che me la riparasse. Sciocca io a non avere speranze, queste sarebbe stato ragionevole abbandonarle se mi fosse successo a Pavia, m non certo a Huaraz. Perché qui un oggetto è un investimento previsto per durare, non un capriccio con vita breve. Due indicazioni da parte di un negoziante gentile e subito ho trovato una delle mille officine che riparano roba tecnologica. Ho assistito a parte dell’operazione chirurgica … mi ha colpito questa cosa. Il chirurgo aveva mano ferma e occhio preciso, immerso nell’attenzione di riparare quegli ingranaggi manco fossero i suoi figli, tutto per guadagnarci sopra il suo pane quotidiano. Se non fosse riuscito a rimetterla a posto si portava a casa solo 3 euro, invece oggi gliene ho dati 40 e ho ritirato la mia macchina come nuova che per un pelo, sembrandomi irrimediabilmente andata, stavo istericamente per cestinare.

    Fine. Conclusioni: sono curiosa di stare a vedermi in questo posto perchè ho il sospetto che il baccano della povertà in realtà confonda molto meno le idee su cosa è bello, vero e importante, rispetto all’ ordine di una società piena di oggetti profumati di arbre magic. Sono contenta, e sono, porca boia, proprio fortunata 🙂

  39. I nonni
    17 dicembre 2011 alle 11:32

    A Natale ci ritroveremo, come ogni anno, a casa tua. Ci mancherai fisicamente, come anche Ilaria e Francesco, ma sarai presente nei nostri cuori. Non ti vediamo e non ti sentiamo da un bel po’, purtroppo io vado a letto presto e, spesso, il computer è ”occupato” per i film da riversare su DVD. Sembra proprio che questa operazione sia considerata una priorità.
    Qui il Natale mostra soltanto il suo aspetto esterno e consumistico: luci, colori, gente che corre, corre… .Nell’aria e penso nel cuore di molti ci sono insicurezza e tristezza.
    C’è la neve lì? Abbraccia per noi i signori Romano e il loro bambino, porgi i nostri affettuosi auguri per un sereno anno nuovo.
    I nonni

  40. elisa
    14 dicembre 2011 alle 21:40

    Una serie di richieste:
    aggiorna l’albero di natale!
    aggiornaci sulla pagella
    aggiornaci sul basket
    aggiornaci

  41. elisa
    14 dicembre 2011 alle 21:37

    prova

  42. Cristina
    12 dicembre 2011 alle 17:25

    Ecco il resoconto di mia cugina Ilaria del suo viaggio in Peru’

    E’ andata che una parte di me, ed evidentemente anche una parte di Valeria, la mia compagna di viaggio, non se la sentiva affatto di andare in Perù. Questa parte di me che si è ribellata alle varie e costosissime prenotazioni di aerei e mica aerei, si è manifestata in una leggerezza e tranquillità che mi ha completamente rattrappito quella sana dose di ansia che ti rende vigile e iper prudente sin dal primo battito di ciglio all’alba del giorno della partenza. Sta di fatto che varie condizioni tra cui il ritardissimo del primo aereo, le code confuse al gate e la pauretta inconscia trasformata in super serenità, ci han fatto perdere la coincidenza. Aborro l’ansia dentro di me, mi fa stare male, mi confonde, mi strappa dalla realtà. Preferisco perdere l’aereo che avere l’ansia. Se però nell’essere umano l’ansia esiste, un motivo ci sarà. Vero è che anche la mia quasi totale assenza di ansia avrà le sue buone ragioni di esistere … sospetto queste ragioni ma la psicologia non ora. Dicevo..ne risulta una mia impudente sciallataggine in quasi ogni situazione che si presenti. Senonchè qualche rara volta accade che la mia fiducia totale, totalmente cede. Sfioro l’attacco di panico, la crisi di nervi. Due volte mi è successo: la prima era la notte precedente alla mia laurea triennale. La seconda volta è stata la sera prima del volo per Lima, il 6 dicembre 2011, al cat’s hostel di Madrid.

    Ero in branda, nervosa. Il nervosismo cresceva. Ad un certo punto mi sono spaventata da quanto fossi agitata. Ero piena di martellanti pensieri nocivi che alimentavano paure di ogni tipo, soprattutto la paura della morte. Riconoscevo nel corpo le stesse sensazioni della terribile sera prima della tesi triennale: cazzarola stavo per andar fuori di me. Era come se dentro avessi dell’elettricità, elettricità vicina al corto circuito perché, non trovando uno sfogo, accelerava sempre più impazzita. Ho provato allora a respirare, ho provato a rilassarmi: niente. Poi ad un certo punto una parte di me si è finalmente destata, wakuppata, ha preso in mano le redini della situa e ha deciso che dovevo stare con quello che provavo. Ho quindi smesso di agitarmi e di resistere all’angoscia: mi sono aperta , arresa, concessa, all’angoscia. Questa allora mi ha trapassato. Un po’ ha fatto male eh, proprio una specie di dolore fisico, però un dolore molto più, come dire, naturale rispetto al dolore provocato dal cortocircuito. Era la mente che bloccava quell’elettricità dentro il mio corpo. Concentradomi sul corpo e lasciando perdere i pensieri, l’elettricità ha smesso di autoalimentarsi. E così, lasciando vivere dentro di me quelle sensazioni fisiche, senza legarle a me attraverso paranoiche interpretazioni catastrofiche, queste hanno fatto il loro corso senza ostacoli, nate vissute e morte, poco dopo mi sono addormentata. Grazie brothers&sisters J

    Madrid non è stata poi così malaccio. No no no . E stato come un puzzle, lentamente i pezzetti si sono unti ed è stata chiara la risposta all’assillante domanda “DIO, perché ho perso l’aereo e sono a Madrid????”. Per il primo tassello del puzzle ringraziamo un tipo australiano: la risposta è “why not?”. Grande il tipo australiano! Why not è uno slogan trito ritrito sentito e risentito. Il bello è che questa situazione ha ridato al why not tutto il suo valore. Boom! E why not riconquista la sua potenza! Secondo tassello: la piacevolezza del conoscere 4 compagni di stanza. Non è stato affatto male sentire così velocemente amicizia con questi ragazzi. Miguel dalla Colombia. Un lesto. Chissà che vita.. Tra le altre cose diceva che vorrebbe andare a far soldi in Norvegia, se mi dici Norvegia a me brillano gli occhi J . Manul Ruben e Alehandro in vacanzetta in macchina dalla Galizia, Ruben poi carino … me lo sono goduta tutto il suo corteggiamento più o meno caliente 😉 Giretti a Madrid, bei posti, capitare nel bel mezzo di una manifestazione degli indignados, bei parchi, il tutto spolverato da quel “io dovevo essere a Lima ora, chissene frega di Madrid!” . Quanta roba.

    Poi Madrid, come qualsiasi cosa, è finita. Abbiamo preso l’aereo. Non è caduto. Le famose 12 ore di volo sono passate. I famosi 2 film che ti fanno vedere nelle traversate così lunghe facevano schifo. Ad un certo punto il nostro aereo si trovava a 11000 metri sopra il verdissimo cuore dell’amazzonia: bello. Cibo stra buono . I percorsi in taxi dall’aereoporto a Casabetania, dove abbiamo dormito, e poi da casabetania al pulman per Huaraz, sono stati la mia Lima. Ringraziamo questa Lima per il tassello in più al senso di Madrid: mi ha fatto dire onestamente “meno male che quei tre giorni li ho passati a Madrid e non a Lima”. Si, mi ha fatto un po’ paura.

    Mi sono svegliata all’alba, ovvie questioni di fuso. Ho fatto un giro dentro alle mura di Casabetania, una specie di posto cattolico dove ci stan suore e cose così. Belluccio, con aiuolette e giardinetti. Povero e curato. Ho visto i colibrì. Il cielo era grigio. Gli odori mi ricordavano Bocca e Plum village. Bocca per la salsedine appiccicosa dell’aria, Plum Village per forse ancora l’estate, o anche per le spezie della cucina, non lo so. Però ora che lo scrivo, vedo: più casa di così J Joy!

    Poi la colazione e le prime persone peruviane: qualche scambio curioso fatto di chiacchere sguardi risate e sorrisi. E’ un caldo dolce e stupendo, riuscire a sentire dentro nascere veloce il bene per persone un attimo prima sconosciute.

    Partenza per Huaraz, pulman super bello e comodo a due piani con pranzo e cena inclusi. Otto ore di viaggio tra paesaggi strani che però ora non racconto perché questo primo aggiornamento è già un po’ troppo lunghetto. Ci vengono a prendere Rossy e sua sorella Aurora. Andiamo a casa, si chiama casa manos amiga. Ora il puzzle di Madrid è chiaro: non era un presagio di morte, è stato un airbag per l’impatto con il Perù, Lima mi avrebbe spaventata ed abbattuto l’umore, me la vedrò se e quando sarò pronta. Ora sono le otto di mattina del mio primo giorno a Huaraz …

  43. Cristina
    10 dicembre 2011 alle 14:50

    ma porca paletta, io ho messo il racconto dell’Ilaria qui in commenti, ma non lo vedo!!!! Dove puo’ essere finito? Dimmi se lo trovi, seno’ te lo rimando magari sulla mail, ciao

    • 10 dicembre 2011 alle 16:25

      Era finito nella spam (mi blocca automaticamente i commenti uguali…) e purtroppo non c’è modo di recuperarlo….devi cancellare quello precedente oppure cercherò di fare qualcosa per spostare l’originale…

      ________________________________

    • 12 dicembre 2011 alle 17:29

      Cosi’ va meglio secondo te? Continua pure a pubblicare i suoi commenti qua che a me(e a tutti quelli che non hanno Facebook), fa piacere…
      P.S. ho messo il tuo nome come autore del commento, mi sembrava giusto, se non ti va dimmelo che lo cancello…

  44. Luigi
    5 dicembre 2011 alle 15:48

    Ma che bella idea!
    Vediamo se tutti saranno ordinati…….

    • 6 dicembre 2011 alle 04:27

      Vuoi dire che io devo ordinare il tutto o che la gente che commenta deve darsi un ordine??

      • Luigi
        6 dicembre 2011 alle 09:53

        Mi riferivo alle persone.
        Questo è un tipico esempio di come la comunicazione scritta sia diversa da quella verbale. Quando si scrive (lo sto dicendo a me…) occorre essere più chiari possibile e scrivere una parola in più piuttosto che una in meno……

  45. 5 dicembre 2011 alle 14:43

    Lasciate qua i vostri commenti!!!

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